Si dilatano ancora i tempi per l’emanazione dell’ordinanza sulla mobilità attesa con ansia da tantissimi docenti. Eppure sembrava intenzione del Miur chiudere la partita in tempi rapidi, in un primo momento addirittura per metà febbraio, ma invece ad oggi la mobilità è in stand by, ferma ai box, in uno stallo da cui sembra sia difficile uscire se non per metà aprile. Ma a preoccupare di più ancora, al di la della trattativa su chiamata diretta, non ancora conclusa, sono aspetti fondamentali dei meccanismi che regoleranno la prossima mobilità. Aspetti che, come sveleremo in un articolo in preparazione dalla redazione di PSN, sono stati completamente ignorati nelle diverse occasioni di incontri con le OO.SS. e che potrebbero portare di nuovo caos nell’algoritmo che sarà approntato, se non tenuti in considerazione, trasformando in un nuovo incubo la prossima estate dei docenti in cerca dell’agognato trasferimento vicino ai propri affetti.
Ci auguriamo quindi che al di la della partita politica sulla chiamata diretta siano affrontate anche le questioni tecniche che PSN evidenzierà scongiurando quindi nuovi errori nell’algoritmo della mobilità che getterebbero nello sconforto migliaia di docenti. Anche perchè leggendo i resoconti sindacali, anche dopo l’incontro svoltosi lo scorso 28 marzo al MIUR, sembra che non siano state assolutamente considerate tali questioni tecniche. La sensazione è che Ministero e governo si stiano incartando su chiamata diretta e contesa tra MEF e Miur sui 25 mila posti aggiuntivi promessi da Renzi e annunciati dalla Giannini prima del referendum con la trasformazione dell’organico di fatto in diritto nel terrore di perdere ulteriori consensi in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Resoconti che, come riportiamo di seguito, raccontano parzialmente gli aspetti appena descritti:
Come afferma Gilda degli Insegnanti, infatti “la chiamata diretta è ancora avvolta nel più totale mistero. L’Amministrazione non ha fornito alcuna notizia in merito all’accordo sulle cosiddette competenze, né sono state fissate date per ulteriori confronti con i sindacati. A questo punto, sarà inevitabile uno slittamento dei termini per la presentazione delle domande di mobilità e si fa sempre più concreto il rischio che anche il prossimo anno scolastico cominci all’insegna del ritardo, con cattedre scoperte e alunni privati per mesi dei loro insegnanti”.
Come spiegato dalla FLC Cgil ora la svolta risolutiva si sposta sul piano della decisione politica: tutto è pronto, ma perdura oltre ogni previsione una situazione di stallo che rischia di vanificare l’obiettivo concordato tra le parti di anticipare i tempi e velocizzare l’intero percorso delle sequenze operative.
Nell’incontro sono stati illustrati ulteriori allegati e il “manuale utente” per l’inserimento delle domande sulla piattaforma Polis, ha costituito probabilmente l’ultimo atto di definizione del corollario applicativo del CCNI sulla mobilità 2017/2018.
L’ipotesi di CCNI sottoscritta il 31 gennaio ha tutte le disposizioni già definite, articolate nell’Ordinanza Ministeriale e nella modulistica specifica, nonché nella predisposizione del portale aggiornato su Istanze on line. Inoltre sono pronti i bollettini ufficiali e i moduli cartacei per i licei musicali, ciononostante da quasi due mesi l’iter del testo contrattuale ancora non vede l’autorizzazione da parte degli organi di verifica.
Come riportato dalla Flc Cgil, l’ipotesi ha superato il vaglio dell’Ufficio centrale di bilancio (UCB) del MIUR ed è fermo alla Funzione Pubblica per il controllo di compatibilità: le interpretazioni su quali siano i motivi di questa attesa sono molteplici, alimentate anche dall’esigenza di dare una risposta alle decine di migliaia di lavoratori disorientati e in ansia.
Il contratto di mobilità si colloca in un momento di contrasto tra i ministri del MIUR e del MEF sulla quantificazione dei posti in da trasferire in organico di diritto, così come si inserisce nella nuova cornice del Decreto Madia che modifica il Testo unico del pubblico impiego. Entrambi i fattori incidono sicuramente sul controllo dell’accordo pre-siglato, ma non dovrebbero pregiudicarne la validazione. (…)
Nella riunione – conclude il sindacato- abbiamo sollecitato la necessaria accelerazione delle volontà decisionali, raccomandando che questo ritardo, non si configuri poi in una riduzione del periodo di apertura delle funzioni sulla piattaforma, perché sarebbe inaccettabile: i troppi disagi che i docenti hanno subito nella mobilità dello scorso anno meritano attenzione e pieno supporto, per una ponderata ed equa valutazione di tutte le possibilità in campo a partire, soprattutto, da una reale quantificazione dell’incremento dei posti.
Come riporta ItaliaOggi, il nodo da scogliere è poi il parere del collegio dei docenti su cui ancora non si è giunti ad un accordo tra amministrazione e sindacati, nell’ambito del provvedimento per individuare i docenti ai quali i dirigenti destineranno le proposte di incarico triennale previste dalla legge 107/2015.
La riforma, peraltro, non prevede l’acquisizione di un parere da parte di qualsivoglia organo collegiale. Ma l’autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha lanciato l’allarme già da tempo sul rischio che l’accentramento del potere nelle mani del solo dirigente scolastico possa ingenerare corruzione. In particolare, secondo l’autorità guidata da Raffaele Cantone, la chiamata diretta potrebbe ingenerare favoritismi e discriminazioni. Pertanto, sempre secondo l’Anac, è opportuno che il procedimento di assegnazione degli incarichi comprenda un parere degli organi collegiali della scuola. L’amministrazione, dunque, ha recepito l’avviso dell’autorità ed ha proposto al tavolo negoziale di scrivere un contratto che preveda l’acquisizione di un parere del collegio dei docenti alla stregua di atto endoprocedimentale. Ma la discussione si è inceppata proprio su questo. In pratica l’amministrazione vorrebbe che il parere fosse non vincolante. (…) Resta il fatto, però, che allentando i vincoli dei dirigenti scolastici aumenterebbe anche il rischio, per i medesimi, di incorrere nella responsabilità penale. Che in materia di mobilità (la chiamata diretta rientra in tale materia) prima dell’avvento della legge 107/2015 non correvano alcun rischio.